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ARTISTI ALLO SPECCHIO - CARICATURE E RITRATTI DEL CIRCOLO ARTISTICO DI TRIESTE 1992 TESTI

STUDIO CONESTABO

Il successo della mostra al Revoltella sulla pittura dei primi quarant'anni del '900 ha registrato un fervore di iniziative sulla rilettura di un periodo importante e come ho già scritto probabilmente irripetibile della situazione culturale a Trieste.
I Civici Musei, che negli ultimi tre anni in particolare con i quaderni didattici sulla preistoria e sui musei, con la mostra sui disegni del pittore Veruda e soprattutto con la recente iniziativa sui percorsi triestini di Joyce, hanno offerto all'attenzione della città squarci e testimonianze della vita di quel periodo, hanno contribuito al recupero del fascino e della originalità della città ottenendo un successo di pubblico eccezionale.
II nuovo appuntamento di questa mostra sulle caricature e sui caricaturisti offre ulteriore testimonianza della vitalità del Circolo Artistico vivo e fiorente in quegli anni e di cui il sindacato pittori rappresenta la valida continuità ai tempi nostri.
Sia le caricature che le vignette satiriche dei mai dimenticati "Coda del Diavolo" e "Marameo!", testimoniano della caratteristica della città, scanzonata, distante dai drammi e semplificatoria, che sono una costante dell'approccio dei triestini ai fenomeni della vita e quindi della cultura.
Senza cadere nello scetticismo ad oltranza, che ne è l'aspetto negativo, il sorriso ritrovato dei nostri nonni può accompagnarci a riconquistare la solidarietà cittadina e la comune ricerca della verità sui problemi che talvolta una litigiosità esasperata e la prevaricazione come rifugio per la mancata analisi ed applicazione talvolta impedisce e frustra.

Sergio Pacor
Assessore alle Attività Culturali


GIUSTIFICAZIONE E GENESI DI UNA MOSTRA
I triestini, a torto o a ragione, si ritengono amanti del "witz", cioè di un atteggiamento tra lo spiritoso e il mordace, l'irridente e il disincantato, in cui non si distingue quanto ci sia di autoironia e quanto di aggressività.
Ripercorrendo le testimonianze del passato, citazioni di "com' eravamo", l'aneddottica di "famosi" carnevali, feste, scherzi, epiche bevute e mangiate, dovremmo concludere che la tradizione aveva ottimi fondamenti che si sono stemperati e persi per le più giovani generazioni e nelle più anziane si sono trasformati nella malinconica e corrosiva abitudine del "brontolar" e criticare... acriticamente.
Lo spirito, nel passato, era certamente più frizzante e aveva molti rivoli in cui disperdersi, basta scorrere la pubblicistica e contare le testate satiriche e umoristiche.
Ai nostri giorni resiste solo un foglio, la ben nota "Cittadella" che "ridendo castigat mores" grazie a due "sempreverdi" autori e a una formidabile coppia di grafici, Renzo e José Kollmann epigoni vivaci e finissimi di una ben fondata tradizione di disegnatori, caricaturisti e artisti che alternavano alla più rigorosa espressione stilistica, il divertimento del segno immediato che ferma personaggi, caratteri, vizi e virtù.
E' casuale che in città dalla fine degli anni '50, non si esponga più sull'argomento "caricatura"?
Non vogliamo scendere sul terreno - non di nostra competenza - dell'analisi delle segrete motivazioni dei comportamenti della società triestina contemporanea. Resta il fatto che il Gabinetto di Stampe e Disegni dei Civici Musei di Storia ed Arte possiede un notevole fondo di schizzi caricaturali, che non sono normalmente esposti e forse sono anche un po' dimenticati, insieme a dei cartoni di acquisizione più recente, ancora inediti, e tutto ciò che non è andato disperso dell'archivio del Circolo Artistico, da poco riordinato.
La mostra su "caricature di artisti triestini" finisce quindi - fatalmente - per diventare anche la rievocazione di un brillante, scanzonato e intelligente momento della vita intellettuale e sociale triestina alle soglie del XX secolo, incentrato sull'ambiente del Circolo Artistico. Si giustifica così l'ultima sezione della mostra che avremmo anche potuto chiamare "attività semiseria" del Circolo e che presenta quanto reperito nei nostri archivi (ma quanto si è conservato ancora presso i privati?) attorno ad alcune divertenti iniziative o - meglio - spiritose invenzioni dei Soci, non senza un po' di rimpianto per non esser noi più capaci e "liberi" di esprimerci con altrettanta "verve", fuori di perbenisti-che convenzioni...
Il primo nucleo è costituito da 76 ritrattini (per lo più teste) di soci del Circolo, schizzati a matita su pezzi di carta delle più svariate forme e dimensioni da Isidoro Grünhut, assemblati in un "collage" che intendeva presentare una specie di "galleria" dei soci, tutti firmati dall'autore. Vi riconosciamo pittori come Lonza, Zangrando, Wostry, Scomparini e - molto patetica - la goffa figura dell' autore che non risparmiava a se stesso l'irrisione, ("il gobbo", "Isidoro" che fa rima con "Pomodoro"); troviamo inoltre altri personaggi legati al mondo artistico e intellettuale: l'orefice Giuseppe Janesich, il musicista Sinico, Giuseppe Caprin, e - anche se non più conservato - della brigata faceva parte certamente il conservatore del Museo di Storia ed Arte Piero Sticotti. L'insieme riunito in 6 pannelli e
rimasto presso il socio prof. Riccardo Rigo, venne donato al Museo nel 1936.1 pannelli dopo un po' vennero scomposti, anche per la fragilità dei supporti che non consentiva la migliore conservazione già compromessa dalla precaria sistemazione negli ambienti del Circolo fin dal 1891-92.
Si è cercato per questa mostra di presentare l'insieme ricomponendo, per quanto possibile il "puzzle".
Le sale del Circolo erano decorate anche da una bella serie di teste dipinte sia a olio su cartone sia su tela incollata su cartone. Dopo lo scioglimento del Circolo erano rimasti nello studio del pittore Livio Franceschini (1913-1975) e rischiavano di andare distrutti. Individuati dal prof. Decio Gioseffi vennero segnalati al museo che riuscì ad acquistarne una decina nel 1973. Altri vennero comperati da privati, tra cui lo scultore Ugo Cara che li cedette al museo nel 1980.
Questi vivaci ritratti caricaturati sono anonimi, senza firma (con un'unica eccezione) o altre indicazioni. La Direzione del Museo che ne iniziò la pulitura e il restauro non era in grado di fare una schedatura precisa che fu possibile appena in seguito allo studio condotto per la tesi di laurea affidata dal prof. Gioseffi a Laura Vasselli intitolata Storia e problemi della caricatura: Caricaturisti a Trieste e discussa presso l'Università degli Studi di Trieste nel 1986.
L'identificazione è riuscita su quasi tutti i soggetti e ha richiesto un accurato studio iconografico e fisionomico con una gran quantità di confronti tenendo presente aneddoti, la storia del Circolo, la vita degli artisti triestini, vignette di giornali, eventi occasionali. Le allusioni che erano immediate per amici e contemporanei (vedi ad esempio il "funerario" scultore Conti) sono meno chiare ed evidenti ottant'anni dopo! L' attribuzione per la maggior parte di essi va al Wostry con dei dubbi per taluni pezzi probabilmente prodotto di collaborazione tra gioiosi sodali.
Il riconoscimento si fa più convincente e l'icasticità del tratto più evidente, se si confronta la persona caricaturata con il suo ritratto "serio". Riteniamo che questo confronto di fisionomie sia stimolante e "seducente" e - inoltre - consente di arricchire la mostra con alcuni interessanti dipinti dei nostri artisti che amavano ritrarsi a vicenda o autoritrarsi (che c'entri un tal Narciso?). Queste opere sono di proprietà privata o conservate presso i musei cittadini, in primo luogo il resuscitato Revoltella.
Il materiale iconografico tratto dai giornali satirici si deve alle raccolte della Biblioteca Civica che sono state messe a disposizione senza riserve dalla dr. Anna Rosa Rugliano.
Il materiale esposto è chiaramente frutto di una scelta; sappiamo che molte altre belle cose sono presso privati; ci auguriamo che non si disperdano e che la nostra iniziativa oltre a far conoscere meglio le collezioni museali, faccia comprendere il ruolo di "collante" che le Istituzioni museali intendono svolgere nell'ambito della storia e della cultura artistica locale.

Grazia Bravar
Direttore dei Civici Musei di Storia ed Arte



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